Negli ultimi anni, la parola innovazione è diventata un mantra per le aziende di ogni settore. È ripetuta come un incantesimo nelle riunioni strategiche, usata in ogni pitch di vendita e spunta nei comunicati stampa come il nuovo Santo Graal per garantire il successo. Ma siamo davvero sicuri di sapere di cosa stiamo parlando quando menzioniamo “innovazione”? E soprattutto, come possiamo misurarla, definirla e gestirla in modo efficace? Qui entrano in gioco tre risorse fondamentali: il Manuale di Oslo, il Manuale di Frascati e la norma ISO 56000.
Il Manuale di Oslo: la Bibbia dell’innovazione
Partiamo dal Manuale di Oslo, sviluppato dall’OCSE e considerato la guida fondamentale per comprendere cosa significhi davvero “innovare”. Pubblicato per la prima volta nel 1992 e aggiornato nel 2018, questo documento è nato con l’obiettivo di fornire linee guida per raccogliere e interpretare i dati sull’innovazione, specialmente nelle aziende. Il Manuale di Oslo distingue quattro tipologie di innovazione:
Innovazione di Prodotto: riguarda lo sviluppo di nuovi beni o servizi che offrono un valore aggiunto ai consumatori. È la classica innovazione che ci ha portato dispositivi come l’iPhone o il primo software di intelligenza artificiale.
Innovazione di Processo: si concentra su nuovi metodi di produzione o distribuzione, come le tecniche di automazione nella manifattura o l’introduzione della blockchain nella logistica.
Innovazione Organizzativa: coinvolge cambiamenti nella struttura dell’azienda o nelle sue pratiche di gestione. Pensate a come aziende come Netflix abbiano rivoluzionato i modelli organizzativi attraverso la cultura della responsabilità e dell’autonomia.
Innovazione di Marketing: è l’introduzione di nuove strategie di marketing, come il passaggio dall’advertising tradizionale al marketing digitale basato sui dati e sull’analisi predittiva.
Queste quattro categorie ci offrono una visione chiara, ma non esaustiva, di ciò che l’innovazione può rappresentare. Il Manuale di Oslo è utile per tracciare e comprendere il cambiamento, ma si scontra con un problema chiave: misurare l’innovazione è difficile, perché è per natura dinamica e contestuale.
Il Manuale di Frascati: innovazione basata su R&S
Se il Manuale di Oslo è il libro delle regole per l’innovazione, il Manuale di Frascati è la sua controparte per la Ricerca e Sviluppo (R&S). Nato nel 1963, è anch’esso un prodotto dell’OCSE, progettato per offrire linee guida sulla raccolta e interpretazione dei dati relativi alla R&S. Frascati si concentra principalmente sugli investimenti in ricerca, essenziali per alimentare il motore dell’innovazione.
Il Manuale di Frascati pone l’accento sulla necessità di investire in ricerca fondamentale, ricerca applicata e sviluppo sperimentale, enfatizzando che la R&S è il cuore dell’innovazione. Tuttavia, anche qui incontriamo una sfida: non tutte le attività di R&S portano a risultati immediatamente misurabili o commercializzabili. Ecco perché è cruciale combinare gli insegnamenti di Oslo e Frascati per avere un quadro completo.
ISO 56000: l’innovazione come sistema di gestione
Ma cosa succede quando vogliamo implementare l’innovazione in modo sistematico? Qui entra in gioco la norma ISO 56000, introdotta per offrire un quadro strutturato per la gestione dell’innovazione. Questa norma stabilisce i principi fondamentali per sviluppare un sistema di gestione dell’innovazione all’interno di un’azienda, fornendo linee guida pratiche su come implementare, mantenere e migliorare continuamente il processo di innovazione.
La ISO 56000 si distingue per tre caratteristiche principali
Leadership Visionaria: sottolinea che l’innovazione non può essere delegata solo al reparto di R&S, ma deve essere guidata dalla leadership dell’azienda.
Cultura dell’Innovazione: crea un ambiente che incoraggia il pensiero creativo, il rischio calcolato e la sperimentazione. Un’azienda che aderisce alla norma ISO 56000 deve adottare una mentalità che valorizza l’apprendimento e la scoperta.
Orientamento ai Risultati: mentre il Manuale di Oslo e il Manuale di Frascati si concentrano sulla misurazione e la raccolta dati, la ISO 56000 pone l’accento sul raggiungimento di obiettivi concreti attraverso una gestione strategica dell’innovazione.
Beqquadro e il triangolo d’oro dell’innovazione
In Beqquadro, abbiamo deciso di adottare un approccio integrato che combina i principi del Manuale di Oslo, del Manuale di Frascati e della norma ISO 56000. Questa triade ci consente di approcciare l’innovazione non solo come un’attività isolata, ma come un sistema olistico, radicato nella cultura aziendale e sostenuto da una gestione strategica.
Utilizzando le linee guida di Oslo e Frascati, identifichiamo opportunità di innovazione e investiamo in ricerca e sviluppo. Con la ISO 56000, creiamo un sistema di gestione che ci permette di implementare queste innovazioni in modo coerente, scalabile e sostenibile.
Oltre la teoria, verso l’innovazione pratica
Mentre i Manuali di Oslo e Frascati offrono un’eccellente base teorica e metodologica per comprendere e misurare l’innovazione, la ISO 56000 rappresenta il passo successivo: la creazione di un sistema pratico che possa tradurre la teoria in realtà. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che l’innovazione è anche una questione di mentalità aziendale. È la capacità di guardare al di là delle metriche, vedere possibilità dove altri vedono ostacoli e trasformare idee audaci in soluzioni pratiche.
Nel mondo di oggi, dove la velocità del cambiamento è senza precedenti, l’innovazione non può essere relegata a un singolo reparto o funzione. Deve essere il DNA dell’azienda, una forza trainante che permea ogni decisione e ogni azione. Ed è questo il cuore della nostra strategia in Beqquadro: un impegno a costruire un ecosistema di innovazione che non solo soddisfa le esigenze del presente, ma anticipa le sfide del futuro.